01 novembre 2007
Ancora in marcia
Myanmar, Amarapura, agosto 2007
Ieri, una nuova processione di monaci ha sfilato per le strade di Pakokku. Si tratta di una piccola cittadina a nord di Rangoon, dove sono situati circa 80 monasteri. Le marce erano iniziate proprio da lì nello scorso settembre. La marcia si è svolta pacificamente, a quanto si legge nel sito dell'Irrawaddy. I monaci hanno sfilato cantando, e questo è stato il loro canto, il "Metta Sutta":
Così dovrebbe agire chi pratica il bene
e conosce il sentiero della pace:
essere abile e retto,
schietto nel parlare, gentile e umile,
dalla vita frugale, non gravato da impegni,
sereno, soddisfatto con poco,
calmo e discreto,
non altero o esigente.
E non fare ciò che i saggi disapprovano.
Che tutti gli esseri vivano felici e sicuri,
tutti, chiunque essi siano:
deboli o forti,
lunghi o possenti,
alti, medi o minuscoli,
visibili e non visibili,
vicini e lontani,
già nati o ancora non nati.
Che tutte le creature siano felici!
Che nessuno inganni l'altro,
né lo disprezzi,
né con odio o ira
desideri il suo male.
Come una madre con la sua vita
protegge suo figlio, il suo unico figlio
così con cuore aperto
si abbia cura di ogni essere,
irradiando benevolenza sull'universo intero,
in alto verso il cielo, in basso verso gli abissi,
in ogni luogo senza limitazioni,
liberi da odio e rancore.
Fermi o camminando, seduti o distesi,
sempre quando si è svegli,
mantenere desta questa consapevolezza:
tale è la sublime dimora.
Il puro di cuore, non legato ad opinioni,
dotato di chiara visione,
liberato da brame sensuali,
di certo non tornerà a nascere in questo mondo.
E adesso i soldati, di nuovo, li stanno cercando nei loro monasteri.
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