28 maggio 2008
La sospensione del giudizio
Birmania, Mandalay Hill, agosto 2007
C'era una volta un pover'uomo che non aveva nulla se non un bellissimo cavallo, così bello che anche il re lo desiderava. Il re offrì molti soldi per averlo, ma l'uomo li rifiutò. Un brutto giorno l'uomo si alzò per andare a strigliare il cavallo, ma ilcavallo non c'era più, era scappato. Allora tutti gli abitanti del villaggio gli dissero: "Quanto sei stato sciocco a non vendere il cavallo al re. Saresti diventato ricco e invece ti ritrovi povero e senza neppure il cavallo!". Ma l'uomo rispose: "Non tirate conclusioni affrettate: per ora, io so solo che il mio cavallo è scappato". Qualche giorno dopo il cavallo scappato tornò a casa, ma non era solo: insieme a lui arrivarono a casa del pover'uomo molti altri cavalli, tutti belli come il suo. Allora gli abitanti del villaggio dissero: "Avevi ragione tu! Adesso diventerai ricco con tutti questi bellissimi cavalli". Ma l'uomo, ancora una volta li invitò a non affrettarsi nelle conclusioni: lui sapeva solo che adesso aveva molti cavalli.
Purtroppo, il figlio de pover'uomo, mentre cercava di domare uno di questi cavalli, cadde e si ruppe una gamba. Non ci fu modo di sistemarla e il ragazzo rimase storpio. Gli abitanti del villaggio di nuovo si fecero sentire: "Ah, che sfortuna aver avuto tutti quei cavalli da domare! Adesso tuo figlio sarà storpio per sempre!". "Chissà se sarà davvero una sfortuna? Aspettate a dirlo: io per adesso posso solo dire che mio figlio sarà storpio da una gamba."
Arrivò la guerra. I messi del re chiamarono alle armi tutti gli uomini. I figli degli abitanti del villaggio furono tutti chiamati a combattere,tranne il figlio del povero uomo, perchè era storpio. Nessuno di quei ragazzi fece ritorno e l'unico abitante del villaggio ad avere ancora un figlio maschio fu proprio l'allevatore di cavalli.
Per questo non dobbiamo mai giudicare se un evento sia un bene o un male: nessuno sa cosa riservi il futuro.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
7 commenti:
Non ho resistito alla tentazione di rubarti questo post, lo trovi nel mio blog, nella sezione i post dei guerrieri (sono i post che rubo in giro ai miei amici guerrieri). Storia illuminante!
wow
il silenzio del tao
bello
Grande Luisa.
Anche se in spagnolo, non ho potuto non farti un regalo nel mio blog.
Per chiarimenti di lingua sono disponibile.
;)
E'una storia consolante, ma non aiuta a vivere né a capire le cose.
Un saluto.
E.
E. chiunque tu sia, mi dispiace che tu la pensi così. In realtà questa storia aiuta eccome, ma, come sempre, aiuta solo chi veramente non vuole finire sommerso dai propri mali. Purtroppo la maggior parte della gente, sembra incredibile, ma è così, coi propri mali ci si trova bene...
Credo che questa sia una storia da tenere presente durante tutto il corso della vita, soprattutto nei momenti più brutti dove tutto sembra sfuggire al tuo controllo...molto molto bella!!
Ciao Luisa... sono Fernanda la mamma di Priscilla.
Questo racconto me lo ha letto qualche anno indietro uno psicologo da cui andavo per consulenza familiare e non solo.
Mi aveva lasciata perplessa, all'inizio ma.... poi alla fine il messaggio l'avevo capito e posso dire che mi è stato di grande aiuto assieme naturalmente all'opera lunga del mio amico, dopo un po' lo era diventato e molto.
baci
Ciao Fernanda. E' bello trovarti qui. Anche Priscilla mi ha detto che ogni tanto dà una sbirciata.
Il racconto: non so da dove venga, ma di sicuro fa parte della tradizione orientale. Del resto l'accettazione di qualunque cosa porti la vita è un caposaldo della religione Hindù e Buddhista.
Posta un commento