01 settembre 2008

Pensieri di un confuso ritorno


India, Rajhastan, Jodhpur, la città azzurra, agosto 2008

Ci sono??? Non lo so mica! Sono ancora troppo assonnata, troppo stranita (per non dire peggio), troppo tutto...
Ho in testa le canzoni di Bolliwood, i canti delle Puja, le voci dei mercati, i sussurri delle preghiere, i clacson, i campanelli. E negli occhi le immagini e i colori di un altro mondo.
Pensavo che, essendo già stata in India, l'impressione iniziale sarebbe stata diversa dalla prima volta. Invece no. Quando sono scesa dall'aereo e ho passato i cancelli della sicurezza, prima ancora di uscire dall'aeroporto, l'India mi ha investito come un'onda gigantesca. E' un'onda di energia, composta da milioni di persone che non si fermano mai, che vivono agli estremi, secondo le loro regole, logiche a modo loro, ma non molto a modo nostro, è un vortice che ti porta via all'istante e ti sbatacchia ovunque, fino a che non finisci sul fondo... o impari a girare.
O si ama, o si odia, non ci sono possibilità, nè vie di mezzo. E chi la ama sa che può farlo solo chi dall'India ha imparato ad aspettarsi tutto, adattarsi a tutto e perdersi in qualunque momento.

6 commenti:

Atila ha detto...

Muy,pero que muy buenas las fotos
salu2 desde albacete (españa)

Anonimo ha detto...

Bentornata!!

Silvia Merialdo ha detto...

cara Luisa,
anche io sono appassionata di India e scopro ora questo tuo blog.
Bellissime le foto!
Spero che il rientro dal tuo viaggio non sia troppo duro (per me i rientri sono sempre devastanti).
Sono d'accordo con te: amore oppure odio, non ci sono vie di mezzo... ma tante volte amore e odio. Mischiati insieme, tante sono forti le cose che si vedono...

Anonimo ha detto...

Ecco, hai trasmesso benissimo anche con non tantissime parole.
Qualcosa è arrivata pure a noi....e ora tornare è difficile, vero???

fernanda

Luisa ha detto...

Silvia, Fernanda, non so se riesco a spiegarvi... Quando torno sono sempre un pò confusa. Non so mai esattamente dove sono e perchè. Mi ci vogliono dei giorni prima di guardare la gente in viso e trovarla normale. Ma credo che la cosa pù bella è che in realtà non torno mai del tutto. Insomma, io non vivrei in India, non riuscirei a reggere (credo): sono nata in Italia e resto profondamente italiana. Ma quel qualcosa che resta dentro da ogni viaggio che ho fatto, dal primo all'ultimo, è profondo, è attaccato in maniera indissolubile al mio modo di essere. C'è sempre una parte di me che resta laggiù e che, in fondo, si sente a proprio agio, come se fosse a casa, ogni volta che torno. E anche ora, che sono qui bella felice, in mezzo alle mie cose, penso spesso che, accidenti, manca un anno intero prima che, forse, possa ripartire ancora.

Anonimo ha detto...

Lu,ti sei spiegata benissimo... :)

Fernanda

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