03 luglio 2006

In barca sullo Stung Sangker


Cambogia, Stung Sangker, agosto 2005

Il viaggio in barca da Battambang a Siem Reap è di quelli che valgono un intero viaggio. Avevamo scelto di percorrere la distanza fra le due città su una barca lenta. La Lonely Planet specificava che il tempo dello spostamento sarebbe stato lungo, almeno 8 ore, ma l'imbarcazione lenta era meno invadente per le popolazioni che abitano lungo il fiume. Nel tempo impiegato durante lo spostamento fu facile capire il perchè. Dopo una prima parte del viaggio lungo le coste popolate e ancora vicini alle case, il fiume si stringeva. Le costruzioni sparivano e lasciavano il posto a semplici capanne. La vita lungo il fiume era sempre intensa: ad ogni curva il panorama cambiava e se un momento il fiume era largo e ai lati si ergevano le palme, subito dopo si stringeva e si divideva in mille canali stretti, nei quali la barca si incagliava costringendoci a fermarci fino a che qualcuno non riusciva a districare l'elica.
La barca era utilizzata sia da turisti, pochi in verità, che da gente del posto. Probabilmente era il mezzo con cui periodicamente chi abitava lungo il fiume si spostava verso le "città". Quando poi il familiare era di ritorno, erano addirittura i bambini che venivano incontro alla barca con lunghe imbarcazioni, che portavano con grande abilità, per riprenderlo. Le case erano barche, coperte da archi di foglie di palma intrecciate, con le pentole attaccate fuori. Tutta la vita era nel fiume: i pesci per mangiare, il riso, coltivato nell'acqua dietro la capanna, l'acqua per bere, per cucinare, per lavarsi, per giocare. E poi, all'improvviso, il villaggio della foto. Tante palafitte altissime, con le barche attaccate sotto. Un villaggio surreale, incredibile nella sua miseria, indimenticabile.

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