08 aprile 2009

La perdita di un figlio


India, Varanasi, funerale di un bimbo nel Gange, agosto 2008

La tragedia del terremoto in Abruzzo mi lascia senza parole. Vite distrutte, la perdita di tutto, la ditruzione di ciò che amavano e conoscevano. Ma a tutto si può reagire, con forza e coraggio. Ad una cosa, invece non capisco come potranno sopravvivere: alla perdita dei loro figli. La vista delle madri che piangono i loro figli, o che li cercano, con la speranza nel cuore, mi è insopportabile. A tutto si può sopravvivere, a qualunque dolore, ma non a questo. Il tempo non può rimarginarlo, la mente non può concepirlo, il cuore non può reggerlo. Non può esserci più nulla.

5 commenti:

Sergio LdS ha detto...

Dear Luisa, all my solidarity to people in Abruzzo. For this moment a excerpt from Pablo Neruda's poem - Ode al chiarore:

(...)
No posso
starmene seduto.
(...)
Oggi ho molte
battaglie da vincere.
Oggi ho molte ombre
da squarciare e sconfiggere.
Oggi non posso
stare con te, devo
portare a termine il mio compito
di luce:
andare e venire per le strade,
le case e gli uomini
sconfiggendo
l´oscurità. Io devo
farmi in mille
finchè tutto sia giorno,
finchè tutto sia chiarore
e allegria sulla terra.

Regards.

Luisa ha detto...

Grazie Sergio

Paz ha detto...

Alcune cose sono più grandi di noi e oltre a cercare con lo sguardo una vaga luce di speranza non possiamo fare nulla. Il dolore, la morte...non c'è via d'uscita.
Mi piace molto il tuo blog e le foto sono davvero belle.
Un caro saluto

Unknown ha detto...

ho letto un articolo di un giornalista del quotidiano dell'Aquila che a Onna ha perso i suoi due figli...li ha visti scivolare via, di notte. E' una testimonianza lacerante, troppo forte per riuscire a sopportarla... passo di qui per la prima volta e resto affascinato dalle tue foto... ripasserò di sicuro. ciao

BaiLing ha detto...

Le tue foto sono assolutamente stupende!
Sono stata a Varanasi 9 mesi fa, prima di attraversare il Rajastan. L'India era il mio sogno ma è stata un'esperienza molto diversa da quella che immaginavo.
Nelle tue foto ritrovo la mia India del cuore, quella che purtroppo si è scontrata con la dura realtà!

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