29 settembre 2008

Donne del Rajasthan


India, Jaisalmer, agosto 2008

Si capisce che queste donne mi hanno affascinato con il loro portamento, la loro espressione, il loro modo di presentarsi? Ecco l'ennesima foto, scattata davanti all'ingresso del forte di Jaisalmer. Cercate di immaginare la scena. I bastioni del forte e le torri rotonde, color della sabbia dorata. I palazzi che si ergono dietro, le porte gigantesche sotto le quali passare e queste donne, coloratissime e bellissime, in attesa di turisti, per vendere cavigliere e ninnoli. Macchie di colore rosso e arancione, bagliori di argento e sguardi che trapassano, davanti ai quali devi farti forza per non comprare la cinquecentesima cavigliera.

27 settembre 2008

Concorso fotografico



India, Delhi, agosto 2008

Mi è stato segnalato, con richiesta di dare risalto all'evento, un bellissimo concorso fotografico, organizzato insieme da La Repubblica e l'associazione Terre des Hommes.
Vi riporto pari pari quello che ho ricevuto, ma, se pensate di partecipare, leggetevi bene il regolamento, che a me ha suscitato qualche dubbio tecnico, per il quale ho chiesto di avere chiarimenti, senza ottenere, ancora, alcuna risposta.

TDH lancia il premio “Giornata Mondiale per i Diritti dell’Infanzia”
su Repubblica.it

Milano, 1 settembre 2008 – Terre des hommes (TDH) Italia lancia assieme a Repubblica.it il Premio “Giornata Mondiale per i Diritti dell’Infanzia”, dedicato ai bambini lavoratori. Per partecipare basta una foto scattata all’estero che riprenda uno o più bambini impegnati in attività lavorative per strada. Le foto vincenti saranno pubblicate in una galleria online del sito Repubblica.it ed esposte al Museo dei bambini Explora di Roma dal 20 novembre 2008.

Ogni giorno 100 milioni di bambini vivono in strada e della strada. Sono loro le principali vittime delle forme peggiori di sfruttamento sul lavoro e sessuale, della violenza, del più drammatico dei traffici: quello di esseri umani. Per sensibilizzare l'opinione pubblica su questo fenomeno e coinvolgerla in prima persona TDH Italia ha organizzato un photocontest aperto a tutti, dove qualsiasi viaggiatore può dare la sua testimonianza fotografica e denunciare la terribile condizione dei bambini di strada. Il regolamento del concorso è disponibile sul sito di TDH Italia alla pagina http://www.tdhitaly.org/news_det.php?story=391 oppure si può richiedere via mail a comunicazione@tdhitaly.org.

Le 12 foto migliori, selezionate tra quelle pervenute entro il 15 ottobre 2008, saranno le protagoniste della mostra fotografica "Oggi io non lavoro", in programma dal 20 novembre al Museo dei bambini Explora di Roma. Inoltre andranno a comporre il calendario 2009 di Terre des hommes Italia, contribuendo così a sostenere i progetti per proteggere i bambini di strada, e saranno pubblicate in una galleria online sul sito Repubblica.it. L'iniziativa è sostenuta da varie aziende, tra cui Altavia Italia.

Terre des hommes (TDH) Italia onlus è una organizzazione non governativa che si occupa di aiuto diretto all'infanzia in difficoltà nei Paesi in via di sviluppo, senza discriminazioni di ordine politico, etnico o religioso.
Nata nel 1989 e diventata fondazione nel 1994, TDH Italia oggi è presente in 21 paesi di tre continenti con 74 progetti di aiuto umanitario d’emergenza e di cooperazione internazionale allo sviluppo, con programmi in settori quali salute di base e protezione materno-infantile, educazione di base, formazione professionale, protezione dei bambini di strada ed in conflitto con la legge, promozione e sviluppo di attività generatrici di reddito e di sviluppo delle risorse naturali.
TDH Italia fa parte della Terre des hommes International Federation (TDHIF), lavora in partnership con ECHO ed è accreditata presso l’Unione Europea e l’ONU.
Per ulteriori informazioni consultare il sito www.terredeshommes.it

Premio Dardos

Devo dire che è strano sapere che c'è qualcuno che legge il blog dall'altra parte del mondo. Ed è ancora più strano sapere che questo qualcuno ti ha attribuito un premio.
Si chiama premio Dardos.
Un grazie, quindi, a Sergio per la sua segnalazione del mio blog come ricco di belle fotografie e di contenuti. Purtroppo non ci ho capito molto, visto che tutto il testo è in portoghese, ma chi fosse più bravo di me può trovare le spiegazioni sul blog di Fotopoesilha a questo indirizzo: Fotopoesilha, Honoraria

14 settembre 2008

Aravalli Hills, la vita com'era e com'è.


India, Rajasthan, Aravalli Hills, agosto 2008

Ancora l'immagine di una donna. Stavolta le sue vesti rosse e colorate, i suoi bracciali e il grande anello d'ro e gemme al naso, sono elegantemente portati sotto un carico enorme, che sembra schiacciarla.
Il Rajasthan è una regione bellissima, ma anche molto, molto turistica. Avevo in continuo l'impressione di non riuscire neppure a sfiorare il cuore, la sostanza di questa terra. Grazie a questa deviazione sulle Aravalli Hills ho potuto accostare lo sguardo ad una vita diversa, lontana dalle grandi fortezze e palazzi, ma anche dalle grandi masse di turisti occidentali, che ogni giorno si portano via qualcosa della originaria bellezza dei luoghi. Campi coltivati, acque, piccoli villaggi formati da capanne di fango, una vegetazione ricca, così diversa dal deserto del Thar e la vita scandita dai lavori dei campi. Lavori pesanti, svolti senza aiuti, senza macchine, ma con solo rudimentali strumenti. E le donne non sono risparmiate. Ho visto solo donne che alla sera portavano sulla testa immensi carichi di erbe, forse per gli animali, forse per altri usi che non so immaginare. Non credo che ci siano molte differenze fra questa immagine e quello che secoli fa si poteva vedere su queste colline.

10 settembre 2008

Come nelle mille e una notte


India, Bikaner, agosto 2008

A casa mia mi dicevano sempre: il troppo stroppia. E così, sono diventata una ferma sostenitrice della semplicità in tutto. Ma cosa dire di fronte a tanta bellezza? Non c'è un angolo del corpo che non abbia il suo ornamento, o forse anche due o tre. La fronte, i lati del volto, gli orecchi, il naso, le braccia, le mani, i piedi, le caviglie... "La bellezza di una donna è aumentata dai suoi gioielli": così diceva un personaggio incredibile, incontrato un giorno lungo una strada (ma questa è un'altra storia!). Ed è così che le donne si ornano in maniera veramente incredibile. Ma il risultato, invece di "stroppiare", le rende più simili a principesse delle mille e una notte, anche quando, come in questo caso, stanno solo facendo la spesa al mercato.
I gioielli, poi, sono considerati segno di ricchezza della famiglia. Guai alla donna che non ne porta in dote, perchè non troverà marito. I gioielli sono anche l'unica ricchezza delle donne, che non lavorano (o almeno, se lo fanno lo fanno di nascosto oppure nelle grandi città, dove le vecchie tradizioni sono meno sentite), perchè è considerato un disonore per il marito il fatto di non riuscire a mantenere la moglie. E così, nei momenti duri, ci sono i gioielli della dote, che si possono impegnare per tirarsi fuori dai guai. Oro e argento dei gioielli sono il primo investimento che le famiglie fanno quando hanno un pò di risparmi e le donne, molto spesso, indossano tutto, ma proprio tutto.

09 settembre 2008

Buy my candle


India, Varanasi, Assi Ghat, agosto 2008

Un'immagine degli ultimi giorni di viaggio: Varanasi.
Varanasi (un tempo Benares) è una città della quale non si finirebbe mai di parlare: affascinante, sporca, santa, crudele, misteriosa. Uno dei posti dove di sicuro vorrei poter tornare. Lungo la riva della Ganga (il fiume Gange, ma i fiumi sono tutti femminili in India), si dipanano le vite di milioni di persone. Ogni mattina, mentre i bramini celebrano il sorgere del sole, le persone si lavano, lavano i panni, celebrano riti, fanno offerte. Le stesse scene si ripetono la sera al calar del sole. A quest'ora i bambini dei Ghat escono a vendere le loro candele: un piattino di foglie pressate, petali di tagete o di rosa, una candelina di ghee, 10 rupie. Si fanno concorrenza a vicenda: compra la mia, no, compra la mia, prometti che la comprerai domani.
E' un vero e proprio assalto, al quale non si sa come resitere.


India, Varanasi, Assi Ghat, agosto 2008

06 settembre 2008

Karni Mata, il tempio dei topi


India, Rajasthan, Deshnoke, Karni Mata temple, agosto 2008

L'India non è solo colore e occhi penetranti. L'India è piena di stranezze, di follie e alle volte è un pò agghiacciante. Il tempio di Karni Mata è una di queste stranezze. Sei qui per vedere, mi son detta, mica ti puoi fermare... E sono entrata, scalza, come sempre bisogna essere nei templi (ma stavolta con i calzini!).
Il tempio si trova a Deshnoke, vicino a Bikaner, nel Rajasthan. Karni Mata era una ragazza, vissuta nel XVI secolo, figlia di un cantastorie, un charan. Dopo il matrimonio divenne un'asceta e quindi fu considerata una santa donna. Fu lei a benedire la famiglia di re Bika, fondatore di Bikaner, e per questo è considerata il nume tutelare della città.
nella religione Hindu, gli dei possono reincarnarsi in forma umana, quando ce ne sia necessità: Karni mata fu considerata la reincarnazione (l'Avatar) della Dea Durga e quindi fu (ed è ancora) molto adorata.
Un giorno Karni mata chiese al Dio della morte, Yama, di far resuscitare un bambino, figlio di un cantastorie. Il Dio le rispose che non poteva farlo, perchè il bambino si era già reincarnato. Karni Mata si infuriò e proclamò che ogni cantastorie, dopo la morte, avrebbe abitato temporaneamente in un topo prima di reincarnarsi, privando così il Dio della morte di molte anime umane. Secondo un'altra versione, invece, Karni Mata proclamò che le anime dei bambini avrebbero avuto questa sorte.
In ogni caso, comunque, i topi del tempio sono sacri e protetti. Sopra il cortile una rete metallica impedisce agli uccelli di catturarli, mentre i fedeli nutrono le migliaia di ratti costantemente, con cereali, latte, cocco. Guai a chi fa del male ad uno dei topi: riparare al torto è costosissimo. Ma sarà fortunato colui che vedrà un topolino bianco, fra le migliaia di topi grigi del tempio.
E... sì, lo abbiamo visto!


India, Rajasthan, Deshnoke, Karni Mata Temple, agosto 2008

04 settembre 2008

Sguardi diffidenti


India, Rajasthan, Jaisalmer, agosto 2008

Stavolta non ho nessuna idea da dove cominciare a parlare di questo viaggio. Non che di solito segua un ordine. Anzi, tutto il contrario. Ma stavolta, se è possibile, ancora meno.
E allora oggi, sfogliando le immagini già scaricate sul computer e inserite nelle loro cartelline, due occhi mi hanno chiamato. Non era l'arrivo, non era la partenza, ma un punto in mezzo, uno fra i tanti. Il luogo: Jaisalmer, davanti alla porta di accesso alle mura. Jaisalmer è un luogo poetico, una fila di bastioni color della sabbia del deserto, che si ergono sopra l'unica altura entro chilometri e chilometri di deserto. Palazzi come trine sono racchiusi entro la cinta, tutti color della sabbia. Sembra di poter ancora vedere muoversi lì in mezzo i cavalli bardati e i cavalieri rajput, pronti a combattere. E in quella luce dorata appaiono le donne con i colori di tutto l'arcobaleno. Vendono bracciali e cavigliere e aspettano solo i turisti, lo so. Ma sono belle. Mentre fotografo la madre, appare la figlia, che suona qualcosa, quello strano strumento che ha nella bocca. Ma che occhi, che sguardo torvo, che bellezza nel suo gesto.

01 settembre 2008

Pensieri di un confuso ritorno


India, Rajhastan, Jodhpur, la città azzurra, agosto 2008

Ci sono??? Non lo so mica! Sono ancora troppo assonnata, troppo stranita (per non dire peggio), troppo tutto...
Ho in testa le canzoni di Bolliwood, i canti delle Puja, le voci dei mercati, i sussurri delle preghiere, i clacson, i campanelli. E negli occhi le immagini e i colori di un altro mondo.
Pensavo che, essendo già stata in India, l'impressione iniziale sarebbe stata diversa dalla prima volta. Invece no. Quando sono scesa dall'aereo e ho passato i cancelli della sicurezza, prima ancora di uscire dall'aeroporto, l'India mi ha investito come un'onda gigantesca. E' un'onda di energia, composta da milioni di persone che non si fermano mai, che vivono agli estremi, secondo le loro regole, logiche a modo loro, ma non molto a modo nostro, è un vortice che ti porta via all'istante e ti sbatacchia ovunque, fino a che non finisci sul fondo... o impari a girare.
O si ama, o si odia, non ci sono possibilità, nè vie di mezzo. E chi la ama sa che può farlo solo chi dall'India ha imparato ad aspettarsi tutto, adattarsi a tutto e perdersi in qualunque momento.

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