30 marzo 2006

Il mare rosa


Camogli, Punta Chiappa, febbraio 2006

Il mare blu... azzurro... verde... Roba già vista. Ma che dire di un mare rosa? E' lo scherzo di un crepuscolo nuvoloso,di uno sprazzo di cielo azzurro, di un ultimo raggio di luce.

28 marzo 2006

Quando il giorno finisce


Maldive, Rihiveli, agosto 2004

Senza spiagge bianche e senza palme, ma pur sempre Maldive. Quando il sole cala verso l'orizzonte, c'è un momento di silenzio e di luce. Nelle capanne dei maldiviani dell'isola su cui stavamo, i preparativi per la cena andavanno avanti con calma. C'era chi puliva il pesce sotto la tettoia affacciata sul mare e chi ne pescava ancora altro. Come in un paradiso perduto, non aveva bisogno di canna o di attrezzature, ma solo di un filo, di un amo e di una briciola di pane. Altri passeggiavano, o semplicemente guardavano l'orizzonte, inconsapevolmente avvolti dalla luce magica. Anche noi stavamo là seduti, sul bordo del muretto, con i piedi quasi in acqua, a guradare l'orizzonte, nella quiete e nel silenzio senza tempo e senza fretta, come sempre dovrebbero finire le giornate.


Maldive, Rihiveli, agosto 2004

21 marzo 2006

Sapori, colori e profumi


Laos, Luang Prabang, mercato notturno, agosto 2005

Primo giorno di primavera.... Sì, ma il grigio oggi impera. Piove come fosse autunno e mentre resto chiusa in casa a guardare dalla finestra, ho voglia di ben altri colori! Sarà una mia deformazione, ma invece di associare i colori e la primavera ai fiori, il mio pensiero corre al cibo, e soprattutto a quelle esplosioni di colori e profumi di certi mercati.
Quello di Luang Prabang era meraviglioso: si svolgeva di notte e tutto all'aperto. Le donne cucinavano, impastavano, friggevano, cuocevano il pesce su griglie di bambù, offrivano zuppe coloratissime e profumate. Era bellissimo camminare nel crepuscolo delle sere d'agosto, in mezzo a quelle bancarelle, assaggiando questo e quello, ora una frittella, ora del riso impanato, ora dei ravioloni ripieni di verdure e cocco, mentre si accendevano le lanterne di carta di riso, ornate di fiori secchi.

19 marzo 2006

La quiete


Laos, Luang Prabang, agosto 2005

Le sensazioni che si hanno nell'entrare in un monastero buddista sono quelle di serenità e di quiete. Chiunque entri è il benvenuto, in qualunque momento. Le uniche regole sono quelle di togliersi le scarpe prima di entrare nel perimetro del tempio e di avere un abbigliamento adatto, che significa, sia per gli uomini e che per le donne, spalle e gambe coperte. Dopo di che la loro casa è la tua casa e anche durante le preghiere si viene tranquillamente ammessi per poterle ascoltare, e ne vale veramente la pena. I monaci accolgono gli stranieri col sorriso, sono curiosi e desiderano parlare per far pratica di inglese, ma anche per sapere più che possono di un mondo così diverso dal loro. Nessuno cerca di "convertirti": anzi è espressamente vietato ai monaci di fare proselitismo. Ma se fai domande sono felici di cercare di spiegarti quanto possono. E' una vita di rigore la loro, eppure non ho mai trovato nei loro volti alcun segno di severità.

18 marzo 2006

Su, in quattro!


Sri Lanka, Kandy, agosto 2004

Questa non è una foto speciale, se non per il fatto che tutti mi stavano guardando. E' normale, in Asia, che su una moto ci stiano 4 o anche più persone. Credo di averne contate anche 7, ovviamente con bambini molto piccoli. Il casco è rarissimo. In Sri Lanka, dove ho scattato questa foto, è più comune che in Cambogia, paese molto più povero. Del resto, le moto sono costose, la benzina è costosa, i trasporti pubblici vanno bene solo per gli spostamenti lunghi (non ricordo pulman di linea urbana...): quindi chi ha un mezzo lo deve sfruttare fino in fondo. Ovviamente si muovono pianissimo, ma gli incidenti sono purtroppo molto numerosi.

16 marzo 2006

La tonnara di Camogli


Camogli, il molo, marzo 2006

Ai primi di marzo cominciano ad allungarsi sul molo le corde di filetto di cocco, con cui vengono intrecciate le reti della tonnara. La tradizione è antichissima. Il primo documento che fa riferimento alla tonnara di Camogli risale al 1603, ma è molto probabile che la tonnara abbia origini addirittura anteriori. Una serie di leggi e decreti disciplinarono in quegli anni l'esercizio della tonnara e la spartizione del pescato con Recco. di fatto il pescato era abbondante e la tonnara era fonte di benessere per la cittadinanza di Camogli. Con i proventi della pesca ricavati dalla tonnara fu anche costruito il Santuario della Madonna del Boschetto, intorno al 1630.


Camogli, particolare dell'annodatura delle reti, marzo 2006

La rete della tonnara viene calata in mare ogni anno a primavera, più o meno a 400 metri di distanza da punta Chiappa. Viene ancorata a terra, cosicchè il pesce che ci entra non possa più uscirne e poi, da lì, il pesce avanza in un labirinto di reti a maglie sempre più fitte, fino alla "Camera della morte". Ogni sera la "camera della morte" viene tirata su e il pesce catturato.
Ci sono storie bellissime intorno ai pesci che venivano trovati nelle reti ed esposti al porto. Una delle più recenti (risale al 1974) riguarda un pesce gigantesco, colorato e talemente strano che nessuno lo riconobbe. La foto del pesce fu addirittura mostrata a Jacques Cousteau che ritenne si trattasse di una rarissima specie di pesce Luna.


Camogli, il molo, marzo 2006

08 marzo 2006

Curiosità e diffidenza


Laos, lungo la strada per Vang Vieng, agosto2005

La strada che corre a sud da Luang Prabang, verso la capitale del Laos, Vientiane, attraversa zone montuose e impervie, con strade in condizioni pessime, che, nella stagione delle piogge, ovvero quella in cui ci trovavamo lì, diventano spesso pantani in cui le vetture rimangono bloccate. Figuriamoci un autobus di linea, come quello su cui viaggiavamo, pieno di persone e dei loro bagagli... Ogni tanto l'autista si fermava e controllava non saprei bene cosa. In una di queste soste, prima che rimanessimo veramente bloccati nel fango di una frana, l'autobus si fermò in un villaggio di palafitte. Lungo la strada, proprio al nostro fianco, un gruppo di bambini stava giocando con un copertone di un camion. Al vederci, ovviamentte si fermarono tutti e si misero a guardare cosa stesse accadendo. Credo che per loro si trattasse di una novità non da poco nell'usuale ripetersi delle loro giornate. Avevano tutti visi diffidenti e curiosi allo stesso tempo. Mi colpirono un paio di bambine che tenevano i loro fratellini più piccoli sulle spalle, sorretti da un telo colorato, usato come fosse un marsupio. Erano piccole anche loro, stavano lì a giocare con gli altri, eppure quale carico di responsabilità portavano sulle spalle, tutte da sole.

04 marzo 2006

Datemi le ali....


Camogli, marzo 2006

Non mi ricordo quando e come ho scattato le foto qui sotto, ma scattare questa sopra è stato divertente. Stavo solo affacciata alla finestra di cucina e un gabbiano si è fermato in volo davanti a me. Agitava le ali come si fa con i remi per stare fermi in un punto, quando la corrente ti vorrebbe portare altrove. Guardava me. Ovvio cosa voleva: qualcosa da mangiare. Mi sono girata e ho visto il pane, l'ho preso e ne ho lanciato per aria un pezzo. Il gabbiano l'ha preso al volo e poi è andato a chiamare gli altri. Ne avevo tantissimi davanti alla finestra che si fermavano davanti a me aspettando il lancio. Quando ho finito il pane mi sono girata per prenderne ancora e ho visto la macchina fotografica lì sul tavolo. Così con la destra lanciavo il pane in aria e con la sinistra scattavo senza neppure vedere dove. Tutto sommato ho "beccato" il bersaglio!


Camogli, ottobre2004


Camogli, ottbre 2004

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