Istanbul, Erensler cafè, giugno 2009Amo molto la fotografia. Ed in effetti di solito ho solo voglia di pubblicare qualche nuova foto, ma ne ho pochissima di scriverci sotto qualcosa. E' così che molte volte penso che questo blog non sia nè carne nè pesce. Troppe parole per un blog fotografico, troppo fotografico per essere un blog di lettura. Di fatto, io mi limito ad accompagnare le immagini con due righe di spiegazione. Ci sono fotografi bravissimi che non hanno bisogno di spiegazioni sotto le loro foto, perchè le immagini bastano da sole a spiegare tutto. Ed a questo proposito, sto aggiungendo molti link ai siti di meravigliosi fotografi che vi invito a visitare, per scoprire la magia di tante immagini.
Io non credo di arrivare a tanto. Quindi ecco che due righe ci vogliono. Il racconto si dipana, poi, immagine per immagine. L'una racconta l'altra.
Fra le mie piccole foto, fra quelle che forse non dicono nulla, prese da sole, c'è questa. In bianco e nero, perchè i colori erano superflui e comunque non protagonisti. In bianco e nero anche perchè non è collocabile in un dato momento: questo è un attimo che è così oggi come poteva esserlo tanti anni fa. I toni scuri sugli angoli della foto accentuano l'attenzione di chi guarda sul volto dell'uomo che fuma. Ma l'uomo che fuma è assente. Non vede chi lo sta guardando (me che fotografavo) troppo preso dal gusto del tabacco e di chi sa quale altra miscela, troppo rapito nei suoi pensieri, unica macchia bianca in questa scena scura.