14 settembre 2008

Aravalli Hills, la vita com'era e com'è.


India, Rajasthan, Aravalli Hills, agosto 2008

Ancora l'immagine di una donna. Stavolta le sue vesti rosse e colorate, i suoi bracciali e il grande anello d'ro e gemme al naso, sono elegantemente portati sotto un carico enorme, che sembra schiacciarla.
Il Rajasthan è una regione bellissima, ma anche molto, molto turistica. Avevo in continuo l'impressione di non riuscire neppure a sfiorare il cuore, la sostanza di questa terra. Grazie a questa deviazione sulle Aravalli Hills ho potuto accostare lo sguardo ad una vita diversa, lontana dalle grandi fortezze e palazzi, ma anche dalle grandi masse di turisti occidentali, che ogni giorno si portano via qualcosa della originaria bellezza dei luoghi. Campi coltivati, acque, piccoli villaggi formati da capanne di fango, una vegetazione ricca, così diversa dal deserto del Thar e la vita scandita dai lavori dei campi. Lavori pesanti, svolti senza aiuti, senza macchine, ma con solo rudimentali strumenti. E le donne non sono risparmiate. Ho visto solo donne che alla sera portavano sulla testa immensi carichi di erbe, forse per gli animali, forse per altri usi che non so immaginare. Non credo che ci siano molte differenze fra questa immagine e quello che secoli fa si poteva vedere su queste colline.

2 commenti:

Sergio LdS ha detto...

Luisa, your blog is special place. I always come to visit it.

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Best Regards.

Silvia Merialdo ha detto...

Cara Luisa, anche io ho avuto la tua stessa impressione del Rajastahn: molto turistico, ma poi basta uscire un po' dalle rotte prestabilite e ci si trova indietro nei secoli.
Sto iniziando a pensare che per viaggiare veramente bisognerebbe stare fermi in un posto, in un paese della campagna del Rajasthan senza rincorrere i forti, i templi e le mura delle citta'.
Poi queste donne delle campagne sono stupende, ingioiellate dalla punta del naso fino alla punta dei piedi (scalzi) e... sono sempre loro a fare i lavori piu' pesanti.
Aspetto di sapere il resto del tuo viaggio!

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