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India, Rajasthan, Jaisalmer, agosto 2008
Stavolta non ho nessuna idea da dove cominciare a parlare di questo viaggio. Non che di solito segua un ordine. Anzi, tutto il contrario. Ma stavolta, se è possibile, ancora meno.
E allora oggi, sfogliando le immagini già scaricate sul computer e inserite nelle loro cartelline, due occhi mi hanno chiamato. Non era l'arrivo, non era la partenza, ma un punto in mezzo, uno fra i tanti. Il luogo: Jaisalmer, davanti alla porta di accesso alle mura. Jaisalmer è un luogo poetico, una fila di bastioni color della sabbia del deserto, che si ergono sopra l'unica altura entro chilometri e chilometri di deserto. Palazzi come trine sono racchiusi entro la cinta, tutti color della sabbia. Sembra di poter ancora vedere muoversi lì in mezzo i cavalli bardati e i cavalieri rajput, pronti a combattere. E in quella luce dorata appaiono le donne con i colori di tutto l'arcobaleno. Vendono bracciali e cavigliere e aspettano solo i turisti, lo so. Ma sono belle. Mentre fotografo la madre, appare la figlia, che suona qualcosa, quello strano strumento che ha nella bocca. Ma che occhi, che sguardo torvo, che bellezza nel suo gesto.
4 commenti:
È bellissima, complimenti per lo scatto :) lo sguardo è fugace, deve essere preso al volo.
Ciao Sonia! Non era tanto fugace, sai? Mi guardava proprio così, con gli occhi da sotto in su.
Non lo trovo torvo questo sguardo, è incredibile e molto intenso... lo fisserei per ore.
Pare mi voglia dire qualcosa...mi piace questa ragazzina.
Fernanda
ciao luisa...sono appena tornata dalla cambogia e ho ancora in bocca il sapore del viaggio..le tue foto sono intense complimenti...
laura
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