19 novembre 2005

Venditrici


Laos, Lungo la strada fra Pakse e Don Khong, Agosto 2005

Gli spostamenti nel Laos sono sempre molto complessi. Le strade sono pessime, la benzina cara. Le auto pochissime ed anche queste vengono usate in modo da diventare dei veri e propri taxi collettivi. Nessuno usa l’auto per sé stesso o per la sola propria famiglia. Solo gli stranieri possono permettersi un taxi esclusivamente per loro.
Al contrario ogni mezzo di trasporto viene usato da quante più persone è possibile, ovviamente, sempre pagando il passaggio. E’ quindi usuale vedere auto con dentro anche 10 persone, piccoli pulmini che conterrebbero 10 o 12 uomini, portarne una trentina, compresi i posti sul tetto, insieme ai bagagli e agli immancabili cesti intracciati con dentro pollame, ovviamente, vivo...


Laos, Lungo la strada fra Pakse e Don Khong, agosto 2005

I tragitti sono lunghi e scomodi. Poche decine di chilometri richiedono ore di viaggio. Così si parte presto la mattina, massimo alle 7, per arrivare prima del buio, anche perché le strade non sono illuminate e la corrente elettrica non arriva ovunque. Le fermate, anche se numerose, sono brevi.
Lungo qualunque strada ci sono baracche e carretti che offrono da mangiare. Appena il pullman, o il camion-taxi, o quel che è, si ferma, le venditrici accorrono ad offrire ciascuna la sua mercanzia. Ognuna vende le specialità del luogo. In questo posto, probabilmente privo di nome, lungo la strada che congiunge Pakse con Don Khong, le venditrici protendevano le mani verso i finestrini, offrendo fiori di loto, di cui si mangiano i semi, e frittelle dolci di riso, simili per forma agli arancini, infilzate in stecchi di bambù.


Laos, Lungo la strada fra Pakse e Don Khong, agosto 2005

Le contrattazioni avvengono velocemente. In Laos, contrariamente a quel che accade negli altri paesi asiatici, il prezzo richiesto dal venditore non si discute.
Appena gli affari sono fatti, il pullman riprende la strada.

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